Esperienze Progetti

Exosphere, l’accademia che vuole “disturbare” il mondo

Qualche giorno fa, su un social network, ho ricevuto una richiesta di contatto da Antonio Manno. Ne ricevo spesso, non sempre le accetto. Sono selettivo. Antonio mi ha scritto di essere il co-fondatore di Exosphere, di aver letto su Medium un mio articolo su blockchain e crowdfunding e di voler fare una chiacchierata via skype con me.

Incuriosito, sono andato sul sito di Exosphere per capire di cosa si trattasse; una veloce lettura mi ha rivelato la natura del progetto, un’”accademia”/comunità non convenzionale con sede a Florianopolis (Brasile), transdisciplinare, internazionale, con nuovo approccio all’insegnamento centrato sulle persone e non sulle nozioni.

Il mio interesse è andato crescendo. Durante la call, Antonio mi ha parlato con passione ed entusiasmo di questa esperienza iniziata qualche anno fa, dopo una vita dedicata a dar forma concreta all’innovazione superando ostacoli e vicissitudini (potete leggere questo bel post di Walter Litty e i link proposti per conoscere la storia di Antonio e questo articolo su Medium per scoprire la sua idea dell’”essere imprenditori”).

Exosphere è stata fondata nel 2012 da imprenditori in vari campi provenienti da diversi paesi ed è costituita da tre “colonne”, l’Academy, la Fondazione e gli Exosphere Labs.

Il fulcro di questo ecosistema è il fattore umano; traendo spunto da una frase di Ralph Waldo Emerson viene affermato che:

Our central doctrine is the belief in the infinitude of private man.

La crescita costante dell’essere umano, sia personale che professionale, è dunque l’obbiettivo primario.

Viene posta particolare attenzione allo sviluppo dello spirito critico e della resilienza, a far tesoro degli errori e a relazionarsi con gli altri, tutte qualità necessarie soprattutto per i futuri imprenditori.

Una constatazione inoltre contribuisce a delineare il programma: i modelli tradizionali che governano l’istruzione prima e il mondo del lavoro e dell’impresa dopo sono obsoleti. Un sistema di apprendimento sequenziale, legato a programmi rigidi e tappe obbligate nato in contesti molto diversi da quelli attuali non garantisce e non permette ai singoli individui di far emergere le loro potenzialità e di coltivare i loro talenti, tendendo piuttosto a metterli in (malsana) competizione tra di loro.

Exosphere si propone – ambiziosamente – di rivoluzionare questo modello statico e competitivo con un approccio fluido, centrato sugli individui e sulle loro capacità in cui scienza, tecnologia e cultura umanistica si ibridino, dosando opportunamente insegnamenti “generalisti” e “specialistici”.

“Imparare ad imparare” è il mantra che Antonio mi ripete, convinto dell’importanza di fornire agli studenti gli strumenti e le metodologie per creare i propri percorsi di studio.

La tecnologia evolve rapidamente, così come il suo impatto sulla società; non si può più confinare agli anni giovanili la fase di apprendimento ma deve essere estesa, in una sorta di percorso di studi permanente. Del resto Kevin Kelly, esperto di cultura digitale, afferma nel suo ultimo libro “The Inevitable” (Viking, 2016):

Endless Newbie is the new default for everyone, no matter your age or experience.

Per questo l’accademia apre le sue porte a studenti di ogni età: ai giovani ricchi di entusiasmo, passione e ambizione e ai meno giovani, portatori anche di esperienze, positive o negative.

Ora, tutti questi propositi potrebbero rivelarsi l’ennesimo bouquet di parole fumose e di obbiettivi irrealistici che, soprattutto in Italia, identificano i promotori di un cambiamento superficiale e senza sostanza anche nel campo dell’innovazione e delle startup.

Ma basta porre l’attenzione su tre punti per intuire la serietà del progetto.

I fondatori, i membri del team e dell’advisor network hanno curriculum ed esperienze di alto profilo nel mondo dell’imprenditoria, della finanza, della comunicazione e della ricerca a livello internazionale.

Stessa cosa si può affermare dei vari curatori e docenti che coordinano e insegnano nelle varie sessioni annuali.

E, ancor più significativi, ci sono i numeri, le statistiche e le storie riguardanti chi ha già frequentato i corsi (237 studenti del campus di Florianopolis) e i workshop (più di 1.000 in giro per il mondo). Per esempio, l’82% di loro, dopo l’esperienza Exosphere, ha fondato startup o comunque intrapreso nuovi progetti.

È interessante e illuminante leggere, sempre dal blog di Walter Litty, l’intervista a due studenti italiani che ultimamente hanno frequentato l’Academy, uno dei quali, Felice Rocchitelli ha fondato una startup legata alla tecnologia blockchain. Ma in giro per il mondo vi sono numerosi esempi di ex alunni che hanno creato nuove imprese di ogni tipo dall’agenzia turistica virtuale in 3D, all’agenzia di lusso in Colombia, alla residenza per libertari in Cile, al portale per scrittori in Brasile.

L’evoluzione di Exosphere prevede, tramite Exosphere Labs, di diventare essa stessa un “incubatore di startup” (termine non amato da Antonio) perché coltivare talenti e aspiranti imprenditori in situ ne permette una conoscenza e una valutazione approfondita, impossibile per un tradizionali venture capitalist.

Immagine tratta dal sito exosphe.re

 

Diamo una rapida occhiata a come si sviluppano le sessioni, invitando chi fosse interessato a visitare il sito per ogni approfondimento.

Ogni sessione (la prossima dal 3 luglio all’11 agosto) prevede quattro aree di interesse:

  • Intelligenza artificiale e machine learning
  • Blockchain
  • Biohacking
  • Cultura imprenditoriale

Di ognuna di esse è responsabile un docente che organizza liberamente i corsi; sono previsti prestigiosi docenti in visita.

La didattica è incentrata sul modello dell’autovalutazione e sul “project-based learning” con una full immersion nelle tecnologie emergenti.

Il costo per la sessione è di 2.950 dollari. Il team di Exosphere aiuta gli studenti a trovare una sistemazione (es. via AirBnb) possibilmente insieme ad altri studenti; considerando che Florianopolis è una meta turistica con bellissime spiagge non vi sono problemi a trovare un alloggio adatto alle proprie esigenze.

 

Se non avessi dei vincoli personali sarei partito per affrontare questa esperienza e per verificare di persona l’efficacia di questo modello psico-socio-didattico; aspetterò che arrivino anche in Italia (o almeno in Europa) nuovi centri, visto che l’obbiettivo a medio termine di Exosphere è quello di creare una rete distribuita di accademie in tutto il mondo. In questo modo, a mio parere, si potrà arricchire l’interazione creativa globale con le specificità del territorio, con quella “location awareness” che il sociologo Frédéric Martel individua come un elemento determinante per gli hub dell’innovazione.